Acqua: quanta, quale e perché

Quanta acqua bisognerebbe bere durante il giorno? Cosa è importante conoscere per scegliere l'acqua più adatta alle proprie esigenze? Scopriamo insieme le proprietà dell'acqua e le differenze tra le tipologie.

L'importanza dell'acqua

Il corpo di un uomo adulto è composto per il 60% di acqua. Questo fa immediatamente comprendere l’importanza di questa molecola per la nostra vita. L’acqua all’interno dell’organismo assolve a diverse funzioni, tra le quali:

- regolare la temperatura corporea (termoregolazione), riducendo il rischio di colpi di calore;
- eliminare le scorie e le sostanze tossiche;
- mantenere la pressione arteriosa;
- trasportare le sostanze nutritive;
- trasportare principi attivi;
- mantenere il turgore e il corretto volume cellulare;
- preservare la corretta funzionalità cellulare.

Per questi motivi è di fondamentale importanza mantenere il corretto stato d’idratazione.

Quanta acqua bisognerebbe bere al giorno?

Se secondo le più recenti linee guida (LARN) un uomo adulto dovrebbe bere circa 2,5 litri di acqua al giorno, mentre una donna circa 2 litri, è altrettanto vero che la quantità di acqua assunta dovrebbe tener conto di un bilancio che è specifico per ogni persona.
Quotidianamente si perdono circa 700 ml di acqua con le urine, 150 ml con le feci, 400 ml per perdite extrarenali, 500 ml per perspiratio e una quota estremamente variabile - compresa tra i 500 e i 1500 ml - legata all’attività fisica o lavorativa.
Pertanto, anche se i 2-2,5 litri possono essere sufficienti per la maggior parte della popolazione, sarebbe opportuno considerare eventuali quote aggiuntive in soggetti esposti al rischio di disidratazione. Ricordate però che una buona quota, generalmente quasi di un litro, è assunta anche attraverso gli alimenti, soprattutto con una sana dieta mediterranea.

Cosa accade se non si beve abbastanza acqua?

Per quanto possa sembrare apparentemente remoto, il rischio di disidratazione è sempre dietro l’angolo, soprattutto nei periodi più caldi. In base alla percentuale di perdita di acqua, ci possono essere le seguenti conseguenze:
- fino all'1% può associarsi a riduzione della performance e dell’attività fisica;
- fino al 2% può portare astenia, difetti della termoregolazione e riduzione del volume plasmatico;
- fino al 5% si accompagna a debolezza, crampi e irritabilità
- fino al 7% si associa a malessere generale e allucinazioni;
- fino al 10% può portare a colpo di calore e rischio per la sopravvivenza.

Quale acqua preferire?

Si consiglia sempre quanta acqua bere, ma poche volte quale acqua bere. Le acque minerali, quelle imbottigliate, non sono tutte uguali e nascondono caratteristiche diverse che si adattano a diverse esigenze. Per comprendere al meglio queste proprietà sarà necessario saper leggere le etichette, soffermandosi in particolar modo su una voce: RESIDUO FISSO. Il residuo fisso indica il contenuto di minerali inorganici presenti in un litro di acqua dopo evaporazione a 180°C, pertanto ne caratterizza il contenuto di sali.
Acque con residuo fisso inferiore ai 50 mg/l, vengono definite minimamente mineralizzate e risultano particolarmente apprezzate per le proprietà diuretiche, azoturiche e uricosuriche (favoriscono l’eliminazione dei residui azotati e degli urati). Questa tipologia di acque risponde a esigenze specifiche, risultando preziosa in corso di patologie dismetaboliche, renali o nel caso di ipertensione.
Tuttavia in Italia gran parte delle acque vendute presentano un residuo fisso compreso tra i 50 e i 500 mg/l, dette pertanto oligominerali.
Quando superano i 500 mg/l 
verranno invece dette minerali o medio minerali.
In base alla tipologia di sali disciolti si possono classificare:
- acque calciche: con tenore di calcio superiore ai 150 mg/l, preziose in caso di attività fisica, accrescimento e menopausa;
- acque magnesiache: con tenore di magnesio superiore ai 50 mg/l, molto indicate sia per sportivi che in caso di spasmi e dolori mestruali piuttosto che stipsi;
- acque solfate: con tenore di solfato maggiore a 200 mg/l, in grado di supportare la funzionalità epatica;
- acque bicarbonate: con tenore di carbonati maggiore di 600 mg/l e preziose per l’azione digestiva, tamponante, ma anche per la reidratazione in corso di attività fisica. A queste si aggiungono quelle fluorurate, iposodiche e altre tipologie.


Altre voci importanti in etichetta sono:
- NITRATI:
Tra gli elementi chimici contenuti nelle acque al centro spesso di dibattiti, scientifici e non, ci sono i nitrati. Da non confondere con i nitriti, per i quali è accertata una tossicità e cancerogenicità elevatissima, i nitrati sono composti naturalmente presenti nel sottosuolo e pertanto inevitabilmente anche nelle acque. Di per sé innocui, i nitrati possono tuttavia essere convertiti ad opera di specifici batteri intestinali in nitriti, i quali, interagendo con le proteine, possono formare composti tossici e cancerogeni per la mucosa intestinale, noti come nitrosamine. Proprio per questo motivo il contenuto di nitrati, dovrebbe essere:
- massimo di 45 mg/l nelle acque minerali;
- massimo 10 mg/l nelle acque destinate all’infanzia, proprio per la maggiore tossicità.
- CONDUCIBILITA' ELETTRICA
Parametro fisico importante che testimonia la capacità dell’acqua in questione di condurre elettricità a 20°C. Un po' come il residuo fisso, la conducibilità elettrica è un parametro, molto tecnico, che esprime la concentrazione di sali disciolti nell’acqua esaminata. Pertanto acque a basso residuo o minimamente mineralizzate presenteranno una bassa conducibilità elettrica.

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