20 ricette e 5 segreti per ri-scoprire la verdura più odiata dai bambini (e non solo)
Quando si dice cavoli vari…! Caloriche e nutrienti, le crucifere o brassicacee, sono le verdure che allietano i mesi più freddi con il loro gusto intenso
C’è chi le chiama brassicacee, chi le chiama crucifere, chi più semplicemente cavoli. Appartengono a questa categoria decine di varietà, tutte accomunate dalle seguenti caratteristiche: sono buonissime, poco caloriche e fanno bene! Tipiche della stagione autunnale e invernale, fanno parte delle crucifere verdure come i broccoli, i vari tipi di cavoli, incluso il cavolfiore, la verza e le cime di rapa, ma anche il cavolo nero, i napoletanissimi friarielli, nonché i ravanelli. Crudi o cotti, i modi di cucinarli sono infiniti e danno luogo a una quantità innumerevole di ricette, dai contorni di verdure ai condimenti veg per la pasta, ma anche gustosissimi secondi piatti, vegetariani e non.
Cavolo, se fanno bene!
I cavoli, oltre a essere molto gustosi, sono anche ricchi di nutrienti che apportano numerosi benefici alla salute, tanto da poterli definire un vero superfood senza timore di essere smentiti. Sono tanti i motivi per cui fa bene mangiarli: per prima cosa sono un concentrato di fibre, che aiutano a mantenere la regolarità intestinale e a prevenire la stitichezza. Ricchi di vitamine, sono anche una buona fonte di potassio, che aiuta a regolare la pressione sanguigna. Last but not least contengono anche calcio, che è importante per la salute delle ossa e dei denti, e sono dei veri e propri alleati nella riduzione del rischio di cancro.
Crudi o cotti? Le tecniche per cucinarli al meglio
I cavoli sono una verdura versatile che può essere consumata in molti modi diversi. Possono essere mangiati crudi, cotti, saltati in padella o grigliati. Sono un’ottima aggiunta a qualsiasi dieta sana, specialmente se cotti a vapore. La cottura a vapore, infatti, è un modo delicato per cucinare i cavoli, che ne preserva il colore, il sapore e i nutrienti. Più semplice ma meno efficace per preservarne i nutrienti è la lessatura: ricordatevi di portare prima l’acqua a ebollizione, il tempo di cottura dipenderà dal tipo di cavolo e da quanto lo avrete tagliato a piccoli pezzi. Ancora più semplice, ma applicabile solo ad alcuni tipi di cavoli, è la “non cottura”: è il caso del cavolo cappuccio, con cui si prepara la famosissima insalata coleslaw. Ottime insalate invernali possono essere preparate con vari tipi di cavolo, compreso il cavolo cappuccio, la verza e il cavolo nero.
Senza contare la possibilità di conservarli: è il caso dell'italianissima giardiniera, ma anche di preparazioni più esterofile come i crauti, diffusi dai confini italiani del Tirolo fino alla Germania, o il coreano kimchi.
La versione ricca: al gratin
Il gratin è una tecnica di cottura che prevede la cottura dei cavoli in forno con formaggio e altri condimenti. Per fare il gratin, infatti, utilizzeremo o un condimento di pangrattato e formaggio grattugiato o, per una versione ancora più appetitosa, una copertura di besciamella. Inutile dire che usciamo un po' dall'ambito del salutare, aggiungendo ingredienti più grassi, ma in compenso piatti di questo tipo possono essere considerati come un secondo o perfino un piatto unico. A seconda del tipo di cavolo che utilizziamo, sceglieremo se adagiare direttamente la verdura sulla teglia o procedere a una precottura (lessi o al vapore).
Non buttate l’acqua di cottura
Se abbiamo deciso di cucinare i nostri cavoli lessi e magari vogliamo preparare una zuppa o una pasta il consiglio è di non scolarli gettando l’acqua di cottura, ma aiutandosi con una schiumarola e conservando la suddetta acqua. È la sacra tecnica delle mitiche orecchiette con le cime di rapa: prima si mette a bollire la verdura, poi si scolano e si ripassano in padella da parte, mentre nell’acqua in cui le cime di rapa avevano cotto si fa cuocere la pasta. Stesso procedimento vale quindi per broccoli siciliani, cavolfiore, broccolo romano e qualsiasi altro cavolo vi venga in mente che stia bene in un primo piatto o una zuppa.
Protagonisti dei piatti della tradizione italiana
Le orecchiette con le cime di rape, uno dei piatti pugliesi tra i più popolari, le abbiamo già nominate, ma sono diversi i piatti tradizionali che nelle regioni italiane, da Nord a Sud, hanno letteralmente sfamato intere generazioni. È il caso della toscana ribollita, in cui il protagonista è il cavolo nero, così come della lombarda cassoeula l’attrice principale è la verza, che riveste un ruolo di comprimaria anche nei pizzoccheri valtellinesi. La napoletana insalata di rinforzo, immancabile sulle tavole del Natale, è a base di cavolfiore, i broccoli affogati sono il tipico contorno cucinato in padella, mangiato in tutto il Sud Italia e in particolar modo in Sicilia. E per un piatto completo, che unisce secondo e contorno, che ne dite di una padellata di salsiccia e friarielli come si fa in Campania?