Dalle zeppole ai bignè di San Giuseppe: 15 ricette dolci (e salate) per festeggiare i papà

Tra i dolci più tipici della pasticceria napoletana, la vera caratteristica della zeppola è sia nella forma che nell’immancabile amarena sciroppata, ma basta cambiare regione per trovare nuove forme di dolci (per lo più fritti) per celebrare la festa di San Giuseppe

Dalle zeppole ai bignè di San Giuseppe: 15 ricette dolci (e salate) per festeggiare i papà

La tradizione vuole che ogni anno, il 19 marzo, in quasi tutta Italia, vengano preparate le golose e dolcissime Zeppole di San Giuseppe con crema pasticcera e amarena. Da sempre, i dolci fritti sono i grandi protagonisti dell’onomastico che in Italia coincide di rigore con la Festa del Papà. Tra questi, immancabili sono le zeppole. A differenza dei “cugini” bignè (a Roma si mangiano i bignè di San Giuseppe, ugualmente cotti in olio bollente), le zeppole hanno una forma a ciambella più schiacciata e la crema pasticcera, invece che all’interno, è posizionata in superficie. Ciliegina sulla torta, è il caso di dirlo, quell’amarena sciroppata, che non è solo una decorazione, ma serve a donare al tutto un'intrigante nota acidula.

Fritta o al forno?

Qui i gusti si dividono: c’è chi la preferisce al forno millantando una maggiore “digeribilità” e “leggerezza” e chi sostiene che la vera zeppola napoletana è solo fritta. In effetti, la ricetta tradizionale scritta in napoletano dal cuoco Ippolito Cavalcanti, nel 1837, parla espressamente di frittura: comunque la pensiate, sappiate che l’impasto della pasta choux, per entrambe, è pressoché identico. Diciamo che, nella ricetta originale, la sugna è protagonista assoluta della zeppola fritta, ciò fa sì che occorra meno sale nell’impasto ma anche più uova. Ma se decidete di friggerle, ricordate di usare sempre olio di semi di arachidi.

Non solo zeppole

In occasione della Festa del Papà, come abbiamo già accennato, a seconda della regione c’è un dolce tradizionale. Li accomuna il metodo di cottura: la frittura. A Roma ci sono i golosissimi bignè di San Giuseppe, in Sicilia troviamo sia le zeppole di riso, una variante a forma di bastoncini (che uno tira l'altro) e gli sfinci (o sfince) sono delle morbide frittelle ricoperte con una zuccherosa crema di ricotta e gocce di cioccolato, pistacchi tritati, ciliegie e scorze d'arancia candite. Insomma, i papà siciliani si trattano proprio bene…
Unica eccezione alla frittura, le raviole emiliane, che sono delle frolle ripiene di mostarda bolognese, chiuse appunto a ravioli.

Zeppole salate? Why not!

Ma che succede se al papà (o agli altri componenti della famiglia) il dolce proprio non piace? Esiste un’alternativa? Ebbene sì, le zeppole di patate, che normalmente si mangiano a Carnevale, hanno un impasto neutro, che si può mangiare con una generosa zuccherata in superficie, ma che può essere insaporito con acciughe e persino con la ’nduja. Fritte in olio bollente, si servono condite con un po’ di sale.
Altra opzione, non necessariamente legata alla festa di San Giuseppe, sono le zeppole di pasta cresciuta (o zeppolelle fritte): sfiziose frittelle salate, tipiche della cucina povera napoletana, che altro non sono che delle palline di pasta di pizza fritta, classico street food partenopeo che di solito si mangia nel "cuoppo", in abbinamento ai cosiddetti panzarotti. E ancora ci sono le zeppoline salate con salame e formaggio, una vera delizia da mangiare come le ciliegie.

Fritte, al forno, cotte in friggitrice ad aria e così via: tutte le sfumature di Zeppole di San Giuseppe

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