Devono stare o no in frigo? La guida definitiva per la conservazione delle uova (e 20 ricette inconsuete)
Dalla lettura dei codici alla conservazione (in frigorifero o no?): tutti i trucchi per riconoscere se un uovo è fresco e le ricette più stuzzicanti per consumarle
Quante volte vi siete chiesti se le uova dovevano stare dentro o fuori dal frigo? La risposta corretta ve la diciamo noi, insieme a qualche consiglio per gli acquisti (non inteso come pubblicità, ma come guida alla lettura dei codici che troviamo sul guscio) e per la conservazione. Senza contare qualche ricetta: perché se è vero che le uova si possono cucinare in decine di ricette base, sode, alla coque, in camicia, strapazzate, senza dimenticare l’uovo fritto e le frittate, ma sono anche uno spunto energetico e proteico, non solo per iniziare bene la giornata.
Frigo o non frigo?
C’è un motivo per cui al supermercato di solito troviamo le uova sullo scaffale non refrigerato. Il motivo è che non è tanto importante se le uova siano dentro o fuori dal frigo, ma è fondamentale che non subiscano sbalzi termici. Ecco spiegato perché le troviamo di norma sugli scaffali, ma spesso sulle confezioni c’è scritto “refrigerare dopo l’acquisto”. È importante anche dove le collochiamo una volta arrivati a casa.
Il consiglio principale è quello di posizionarle in un ripiano centrale del frigorifero e assolutamente non sugli appositi spazi dello sportello, che aprendosi frequentemente è il più soggetto a sbalzi termici. È sconsigliato anche l’uso degli scomparti portauovo in dotazione ai frigoriferi, preferendo piuttosto la confezione originaria, che non va riutilizzata. Il motivo è che eventuali contaminazioni presenti sul guscio potrebbero diffondersi sulle superfici su cui è poggiato e andare potenzialmente a contaminare anche un uovo posizionato successivamente.
La prova dell’acqua (ma guardate le etichette)
Acquistando uova certificate, di norma avrete sulle etichette la data di deposizione e quella di scadenza (21 o 28 giorni). Fermo restando che fuori dal frigorifero la vita utile delle nostre uova potrebbe ridursi e che se avete uova fresche di pollaio è consigliabile non andare oltre le due settimane, anche meno nei mesi più caldi.
Se per qualche motivo siete dubbiosi sulla freschezza delle vostre uova c’è un rimedio antico che vi consente di avere un’indicazione “fisica” sulla freschezza. Posizionate l’uovo in una ciotola o bicchiere d’acqua: se si adagia sul fondo è fresco, se si posiziona a metà è a metà corsa, se galleggia è arrivato al capolinea (gettatele in questo caso). Per quanto sia un rimedio della nonna, ha un fondamento scientifico: i gusci delle uova sono porosi e permettono il passaggio dell’aria. Quando le uova sono fresche contengono pochissima aria e per questo tendono ad “affondare”, mentre quelle non più freschissime hanno più aria e riescono perfino a galleggiare.
Attenzione, una volta messe in acqua, le uova, anche se freschissime, vanno utilizzate subito: il guscio è infatti protetto dalla cosiddetta cuticola, che previene la contaminazione batterica e che va via con il lavaggio. Quest’ultimo è sempre consigliato, soprattutto se intendiamo usare le uova crude.
Sapete leggere i codici sulle uova?
Chi produce uova sa che deve dar loro i numeri, che corrispondono al tipo di allevamento e alimentazione che hanno le galline ovaiole. I numeri vanno da 3 a 0 e non sono da considerarsi come le stelle degli hotel, che più ce ne sono meglio è, ma il contrario. Se il numero è 3, infatti, si tratta di un allevamento in batteria o gabbia, quindi di fatto intensivo, con raccolta e confezionamento automatizzato; il 2 corrisponde ad allevamento a terra (ma non all’aperto, di norma è dentro a capannoni), con raccolta manuale delle uova; l’1 prevede un allevamento all’aperto e la raccolta manuale; lo 0 è il simbolo del prodotto biologico, da allevamento all’aperto, con raccolta manuale e alimentazione esclusiva con prodotti provenienti da agricoltura biologica. Attenzione anche che ci sia “IT”, che vuol dire che si tratta di prodotto nazionale.