Perché si regalano i datteri a Natale? 10 ricette per apprezzare questo superfood conosciuto fin dall'antichità
Sai perché si regalano i datteri a Natale? Tipico del bacino del Mediterraneo, questo frutto essiccato è un concentrato di energia che accomuna popoli e religioni
Se c’è un elemento che accomuna i popoli, le religioni e le culture sono i datteri. Mangiati fin dall’antichità, con il passare dei secoli i datteri si sono attestati come sinonimo di fortuna, di fecondità e di ricchezza. Oggi li vediamo soprattutto come un dolce spezzafame, sempre disponibile in dispensa perché viene essiccato, disidratato e conservato. Anche per questo, per tante culture, compresa quella cristiana, sono un perfetto regalo benaugurante, collegato alle festività. Si regalano soprattutto a Natale: scopriamo insieme il motivo e vediamo come possiamo utilizzarli in cucina e non solo come fine pasto delle feste.
Simbolo del Mediterraneo
I datteri sono diffusi soprattutto nel bacino del Mediterraneo, in particolare dove c’è un clima caldo e arido, così come le palme che li ospitano (della varietà Phoenix dactylifera). Ogni palma può produrre anche 100 chilogrammi di datteri in un anno, ma fruttifica solo una volta ogni due anni.
Anzi, per la precisione, anche se si definiscono volgarmente frutti, i datteri sono tecnicamente delle bacche.
Il loro nome viene dal greco “dactilos”, che vuol dire dito e ne descrive la forma simile appunto a quella di un dito. Il maggior produttore mondiale è l’Egitto, ma il 90% della produzione rimane nel paese, dove il consumo di queste bacche è altissimo. Seguono l’Algeria e la Tunisia, da cui provengono la maggior parte dei datteri che troviamo dalle nostre parti. Ma i datteri arrivano sul mercato europeo anche dalla California, altro paese in cui le palme, pur non essendo autoctone, hanno attecchito bene.
Il dattero fra storia e religione
Per gli antichi egizi erano simbolo di fertilità e fecondità, per gli antichi romani un portafortuna, per i musulmani sono il frutto del paradiso, che nei giorni di Ramadan si mangia per rompere il digiuno al calar del sole. Presenti nelle Sacre Scritture, i datteri sono il frutto che aiutò Maria a recuperare le forze, poco prima del parto. Stremata per la gravidanza e il lungo girovagare, Maria si era infatti appoggiata a una palma da cui erano caduti tre datteri e mangiandoli recuperò le forze. Da allora, sono entrati di diritto nelle celebrazioni del Natale come dono beneaugurale, sempre apprezzato da chi lo riceve.
Spezza la fame e combatte la stanchezza
Fin dall’episodio biblico, quindi, i datteri sono riconosciuti per la loro capacità di reintegrare velocemente le energie. Praticamente un superfood: contengono zuccheri naturali come il fruttosio e il glucosio, sono fonte di fibre e vitamine, nonché ricchi di antiossidanti, come i flavonoidi. Attenzione solo alle calorie, perché come tutta la frutta secca sono da mangiare a piccole dosi.
Si consumano prevalentemente essiccati e disidratati, mentre quelli freschi si trovano meno facilmente perché deperiscono in fretta. Si possono mangiare da soli, per esempio per merenda o a colazione, in abbinamento a frutta secca o yogurt, magari con un buon porridge, per un inizio di giornata super-energetico. Oppure possono far da ingrediente dolce in una gustosa insalata mista, magari con il formaggio a contrasto. E ancora i datteri sono utilizzati in pasticceria, per dolci “dal sapor mediorientale”, come direbbe la Nannini.